IL CREPUSCOLO DI COMMODO – ROMANZO STORICO


«Tendete la mano sull'insegna» tuonò il prefetto «e ripetete all’unisono dopo di me! Giuro che obbedirò all’imperatore in ogni suo comando!»

Il crepuscolo di Commodo

Il romanzo degli ultimi pretoriani

Roma, 192 d.C. Il giovane Gaio Marzio Modesto, figlio di un valoroso veterano che ha combattuto nelle guerre marcomanne al servizio di Pertinace, si arruola nella guardia pretoriana, dove già milita il tribuno Fausto, amico e commilitone del padre nonché suo protettore. Gaio presta così, con entusiasmo ed ingenuità, giuramento all’imperatore Commodo.

Ma Roma è immersa in un periodo turbolento. I pretoriani, dimentichi di ogni disciplina, non più tenuti a freno dalla severità dei capi, spadroneggiano sulla popolazione inerme. Il figlio di Marco Aurelio ha rinnegato il proprio nome e assunto le sembianze del semidio Ercole, le cui imprese cerca di emulare scendendo nell’arena come cacciatore e gladiatore.

Commodo, oramai schiavo dei vizi e circondatosi di essere dissoluti, lascia le redini del governo alla sua concubina, la sensibile e filo-cristiana Marcia, al prefetto del pretorio Leto e al cubicolario Ecletto. Quest’ultimi, spaventati dalla folle imprevedibilità dell’imperatore, decidono di cercare un candidato all’impero…

Pagine: 327
Disponibile in Kindle Unlimited: 
Prezzo Ebook: 4,99 €
Prezzo cartaceo: 14,99 €
Prezzo copertina rigida: 22,99 €


Ecco l’anteprima con il prologo e primo capitolo del romanzo in formato PDF. Clicca per scaricarla e leggerla con tutta comodità:

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Cari lettori e care lettrici,

sono lieto di presentare il mio nuovo romanzo storico!

Poche volte la Storia ha assistito ad un così grande tradimento di buone premesse come nei tredici anni del regno di Commodo. Alla sua ascesa come unico augusto, infatti, le aspettative del popolo, dell’esercito e anche di molti senatori erano altissime. Nei diciannove anni precedenti Marco Aurelio aveva affrontato invasioni, pestilenze e usurpazioni. Il mondo antico era stato scosso da crisi senza precedenti che avevano indebolito l’idilliaca visione di un impero fatto di comunità, libere di prosperare sotto il benevolo dominio di Roma.

“Prima del vostro impero il mondo era in perpetuo sconvolgimento e andava avanti senza un ordine prestabilito; da quando voi [Romani] vi siete messi a governarlo, disordini e sconvolgimenti sono cessati, è subentrato l’ordine, si è diffusa dappertutto una splendida luce di civiltà, di solidi ordimenti politici.”

Elio Aristide, A Roma.

La pestilenza aveva indebolito l’economia, svuotato le città, le fattorie e gli accampamenti e gettato il mondo nell’angoscia. La guerra oltre il Danubio aveva dissanguato le finanze e alienato le popolazioni orientali, poco intenzionate a pagare il peso di una conflitto che non le riguardava.

Questo il clima nell’anno 180.  L’ascesa di un nuovo imperatore, il primo “nato nella porpora”, giovane e pieno di vita sembrò a molti un buon auspicio per il futuro. L’impero, si sperava, avrebbe ritrovato pace e prosperità.

E così fu, almeno all’apparenza. Il regno di Commodo non vide grandi guerre ai confini. L’imperatore siglò una trattato che assicurò la pace nel settore del medio Danubio per i successivi decenni. Più turbolenze vi furono nell’interno. I primi segni del disagio sociale di alcune classi e di alcuni territori risalgono a quest’epoca. Al di là di questi turbamenti, però, è probabile che “l’abitante medio” delle province, complice un’inevitabile ripresa economica, abbia vissuto meglio sotto Commodo che non sotto Marco Aurelio.

La vera catastrofe avvenne sul fronte morale. Commodo esautorò la classe senatoriale, che perseguitò in più occasioni. Dilapidò immense somme in giochi, spettacoli e donativi alle truppe pretoriane. Lasciò la gestione dello stato ai prefetti del pretorio e ai cubicolari (ciambellani di corte), che ne approfittarono per compiere ruberie di ogni genere. Gli annali registrano nel 190 la cifra record di ventiquattro consoli suffetti, il doppio di quanto era divenuto consuetudine, lasciando intendere chiaramente l’ignobile mercato di cariche.

Commodo, spaventato dalla furia popolare, propose la propria figura in chiave escatologica, identificandosi in modo sempre più marcato con Eracle/Ercole, il semidio amico del genere umano, fondatore di città (Roma e altre furono rinominate “Colonie Commodiane”), uccisore di mostri (le sanguinose cacce di animali esotici) e propagatore di civiltà.

È nell’epoca di Commodo, insomma, che sono gettate le basi delle drammatiche guerre civili del 193-197 e della dittatura militare dei Severi, che sancì la definitiva rottura con l’impero degli Antonini. L’unico ad andare controcorrente fu Publio Elvio Pertinace, ch’io ritengo il più interessante imperatore del II secolo. Pertinace, infatti, era figlio di un ex-schiavo arricchitosi con i commerci; fino all’età di trentacinque anni era stato maestro di scuola; aveva poi deciso di arruolarsi nell’esercito. Con il suo valore aveva scalato i ranghi fino a divenire senatore tra i più rispettati.

Tanto più dovette apparire stridente la dissoluzione sotto Commodo, quanto più era stataeroica la lunga lotta di Marco Aurelio contro Quadi, Sarmati e Marcomanni.

È proprio nell’anno 172, con l’esercito al di là del Danubio, che si apre la storia del centurione Modesto e del suo amico e commilitone Fausto…



Articoli di approfondimento sul romanzo

Nei giorni successivi appariranno qui i link agli approfondimenti storici sul romanzo, fra cui:

  1. La copertina: Commodo come Ercole.
  2. La copertina: il Rilievo dei Pretoriani.
  3. La battaglia del “Miracolo della pioggia”.
  4. Storia politica del regno di Commodo.
  5. Commodo: cacciatore, gladiatore e auriga.
  6. La Guardia pretoriana (in tre parti).
    1. Selezione, composizione e giuramento.
    2. Organizzazione, armamento e impiego.
    3. Il prefetto del pretorio e i Castra Praetoria.

Ecco l’anteprima con il prologo e primo capitolo del romanzo in formato PDF. Clicca per scaricarla e leggerla con tutta comodità:

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