
Della lunga giornata di Waterloo voglio ricordare uno dei suoi momenti conclusivi, senza dubbio uno dei più drammatici: l’attacco della Divisione di Mezzo della guardia imperiale alle 19,30. E’ il momento decisivo. L’esercito prussiano del generale Blücher, non trattenuto dall’ala destra della Armeè du Nord, comandata dal maresciallo Grouchy, sta arrivando in forze sul campo di battaglia. Napoleone può evitare il totale disastro soltanto spezzando l’esercito inglese e aprendosi la via di Bruxelles.
Così racconta l’illustre storico militare David Chandler (sotto c’è la mappa):
“Una delle più famose battaglia della storia militare stava per svolgersi, ma i suoi particolari rimangono ancora oscuri sotto alcuni aspetti. Erano le 7,30 della sera. La Guardia francese stava avvicinandosi. Un battaglione era rimasto a Le Caillou come guardia del corpo dell’imperatore.
Due battaglioni si diressero a est, verso Hougoumount, per costituire l’ala difensiva, mentre i rimanenti battaglioni per l’attacco continuavano a marciare in una sola impressionante ‘colonna serrata di grandiose divisioni’ (su un fronte di due compagnie) al rullo dei tamburi, accompagnato di tanto in tanto con un grido unanime: ‘Viva l’imperatore!’ Il secondo e il terzo battaglione dei granatieri presero posizione in quadrato, per costituire una solida base, presso la batteria di Rossomme; e infine la colonna si spiegò.
Ogni battaglione fece a turno una conversione a sinistra per formare uno schieramento a scaglioni; il primo e il terzo battaglione dei granatieri si posero in testa sulla destra, mentre l’artiglieria ippotrainata, che accompagnava l’attacco, mise in posizione i cannoni delle due batteri negli intervalli tra i battaglioni… la Guardia di Mezzo avanzò inesorabilmente verso il centro dello schieramento difensivo di destra, oltrepassando la Haie Sainte sul lato destro.”

Nella cartina, presa dal libro di Chandler (che consiglio assolutamente), si può vedere ogni fase dell’attacco. A destra, il 1° e il 3° battaglione dei granatieri sconfissero inizialmente i reparti tedeschi di Brunswick, che però resistettero. Al centro, il 4° granatieri e il 1° il 3° cacciatori penetrarono per una cinquantina di metri nella strada di Ohain, ma lì accadde il dramma:
“La brigata delle Guardie di Maitland li aspettava; gli uomini erano distesi a terra dietro una bassa scarpata. ‘Avanti, Maitland! Adesso tocca a voi!’ gridò Wellington… e le giubbe rosse si alzarono in piedi, in una lunga fila, a una ventina di metri dai francesi sbigottiti, i quali si ‘fermarono improvvisamente’.
Una dopo l’altra si susseguirono molte scariche di armi da fuoco, a tiro diretto, con alzo zero, che colpirono violentemente i ranghi serrati dei francesi, i quali furono costretti molto presto a ritirarsi, incalzati da una tempestiva carica alla baionetta.”

Non domi, i reparti respinti si radunarono dietro le truppe sulla sinistra, il 2°, il 3° e il 4° cacciatori e tentarono una nuova offensiva. I britannici, ormai liberi, respinsero quest’ultimo tentativo.
“Il risultato non poteva più cambiare. L’attacco della Guardia Imperiale era fallito e Napoleone aveva perso l’ultima occasione di vincere la battaglia.”
Dì lì a breve il grido “la Guardia indietreggia” si propagò tra le linee francesi. L’arrivo definitivo dei prussiani sul fianco destro segnò la totale disfatta dell’imperatore, la ritirata a Parigi, l’esilio a Sant’Elena.
Waterloo al cinema
Un famoso ed epico film italo-sovietico del 1970, diretto da Sergej Bondarčuk, ricostruisce la battaglia con una grandiosità insuperata. Estratto da YouTube.
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