[RECENSIONE] Le sette dinastie – Matteo Strukul

le-sette-dinastie-la-lotta-per-il-potere-nel-grande-romanzo-dellitalia-rinascimentale-x1000La lotta per il potere nel grande romanzo dell’Italia rinascimentale.

Sette famiglie, sette sovrani, sei città: questa è l’Italia del XV secolo, dilaniata da guerre, intrighi e tradimenti, governata da signori talvolta lungimiranti, ma molto spesso assetati di potere e dall’indole sanguinaria. A Milano, Filippo Maria, l’ultimo dei Visconti, in assenza di figli maschi cerca di garantire la propria discendenza dando in sposa la giovanissima figlia a Francesco Sforza, promettente uomo d’arme. Intanto trama contro il nemico giurato, Venezia, tentando di corromperne il capitano generale, il conte di Carmagnola. Ma i Condulmer non temono gli attacchi: smascherano il complotto e riescono a imporre sul soglio di Pietro proprio un veneziano, che diverrà papa con il nome di Eugenio IV. Tuttavia il duca milanese troverà alleati anche a Roma: sono i rappresentanti della famiglia Colonna, ostili al papa che viene da Venezia e decisi a cacciarlo dalla città. Solo l’aiuto dei Medici riesce a scongiurare la morte del pontefice, costretto però a un esilio forzato a Firenze. E mentre nel sud dell’Italia si fa sempre più cruenta la guerra tra angioini e aragonesi, il destino della penisola italica è sempre più avvolto nell’incertezza…

Finalmente recensisco un romanzo di Matteo Strukul! Era da parecchio tempo che i suoi libri mi osservavano dagli scaffali delle librerie e, complice la mia collaborazione con la Newton Compton, ho potuto mettere le mani in anteprima sulla sua ultima fatica, ovvero Le sette dinastie. La lotta per il potere nel grande romanzo dell’Italia rinascimentale che, come indica chiaramente il titolo, è un romanzo corale ed epico ambientato tra il 1418 e il 1478 in varie città italiane e ha per protagonisti numerosi personaggi appartenenti alle più importanti famiglie dell’epoca: Visconti e Sforza di Milano, i Condulmer di Venezia, gli Estensi di Ferrara, i Colonna e i Borgia a Roma e gli Aragonesi a Napoli.

Strukul_Italia_-_Pace_di_Lodi_(1454)

Il romanzo quindi ha un obiettivo ambizioso, come ben spiegato dall’autore nella Nota a fondo libro, che vado a riportare perché ci offre la chiave di lettura del romanzo (utile anche ad un lettore):

Desideravo infatti scrivere un’altra grande saga che potesse narrare le gesta delle dinastie che ne furono protagoniste assolute in quella che, di fatto, fu una grande, infinita lotta per il potere, durata cent’anni. L’idea di poter raccontare Milano, Venezia, Roma, Firenze, Ferrara e Napoli attraverso le proprie famiglie era un progetto terrificante e magnifico insieme. Terrificante per la complessità; magnifico perché il secolo d’oro che va dalla battaglia di Maclodio al Sacco di Roma – dal 1427 al 1527 – mi avrebbe consentito di far incontrare, alle mie lettrici e ai miei lettori, già nel primo libro, personaggi straordinari come Filippo Maria Visconti, Alfonso il Magnanimo, Paolo Uccello, Bianca Maria Visconti, Francesco Sforza, Polissena Condulmer, Eugenio IV , Petrus Christus e tantissimi altri protagonisti di quel tempo. Ma avevo paura. Come affrontare una sfida simile? Come avere chiaro il susseguirsi degli eventi? Come catturare lo spirito di quell’epoca splendida e terribile?

Missione compiuta? Pienamente sì ma con qualche leggera criticità che andrò ad evidenziare.

La narrazione si svolge per “quadri”. Dovendo coprire più di mezzo secolo di storia, l’autore ha saggiamente scelto di raccontare alcuni tra gli anni più significativi di questo lungo periodo, come ad esempio il 1427 (battaglia di Maclodio), il 1447 (morte di Filippo Maria Visconti e ascesa della repubblica Ambrosiana) e il 1468 (la morte di Bianca Maria Visconti) solo per citarne alcuni. Questo ha il vantaggio di compattare la narrazione che, altrimenti, sarebbe risultata troppo dispersiva. Tuttavia, per forza di cose, l’autore è costretto di tanto in tanto a fare dei “riassunti” (volgarmente detti “spiegoni”); in sé e per sé non sono contrario ai riassunti, il problema è quando essi vengono presentati sotto forma di dialogo tra personaggi. Percepisco sempre una certa artificiosità in due persone che si raccontano cose che dovrebbero già sapere solo ad uso del lettore, perché questo rovina la mia immersione nel romanzo.
Rimanendo sullo stile, tuttavia, ci sono anche alcuni capitoli di notevole impatto:  le riflessioni del futuro papa Eugenio IV poco prima della sua elezione; la descrizione dei tumulti della folla alla morte del duca Filippo Maria; la morte di Francesco Sforza vista dalla moglie Bianca Maria.

Un altro difetto del romanzo non è propriamente tale: la morte di Filippo Maria Visconti, a metà romanzo (vi prego di non considerare questo dato storico uno spoiler!) ci toglie quello che era il personaggio più interessante nonché dotato di una psicologia molto profonda. Questa tuttavia è una mia preferenza personale. Magari voi troverete simpatici e/o interessanti altri personaggi. Un pregio del romanzo infatti è che, seguendo le vicende di diverse famiglie nel corso di due o tre generazioni, può soddisfare ogni esigenza.

Strukul_Bianca-Maria-Visconti-e-Francesco-Sforza ritratto di Bonifacio Bembo
Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti. La successione al ducato milanese fu una delle principali questione politica dell’Italia del ‘400.

Continuiamo con i pregi. Il ritratto del duca offertoci dall’autore mi ha veramente affascinato. Filippo Maria aveva senza dubbio un lato crudele ma, nonostante ciò, fu in grado di amare sinceramente Agnese del Maino. Ho apprezzato molto la descrizione di questo amore perché l’autore ha saputo scavare nella psicologia della coppia. Il carattere di Filippo Maria emerge anche nel suo tormentato rapporto con i condottieri mercenari (Carmagnola, Francesco Sforza e altri) su cui il suo potere, come quello di molti altri signori rinascimentali, era basato. Il duca non è il solo personaggio interessante. Ho trovato appassionanti le vicende della famiglia veneziana Condulmer, in cui scopriamo l’intelligente matrona veneziana Polissena Condulmer, che fu sorella di un papa (Eugenio IV, altra figura importante del romanzo) e madre di un altro (Paolo II).

Ho citato questi personaggi ma, come detto, ce ne sono molti altri nel romanzo che occupano altrettanto spazio.

Strukul_Petrus_Christus_-_The_Last_Judgement_-_WGA04844
Nel romanzo compaiono anche molti artisti, intellettuali e letterati (siamo nel Rinascimento!) Tra questi mi ha colpito l’enigmatica figura di Petrus Christus, il cui Giudizio Universale sopra raffigurato appare anche nel romanzo.

Rispondiamo quindi alla domanda che l’autore stesso si è posto nella Nota. Il romanzo coglie lo spirito di quell’epoca splendida e terribile? Le sette dinastie descrive bene le lotte infinite tra gli stati italiani del ‘400 e i tentativi disperati di alcuni degli attori in gioco (come Cosimo de’ Medici e alcuni papi) di trovare un equilibrio politico durevole. La Nota dell’autore a fondo libro riporta dozzine di testi consultati. Quindi, al di là di un paio di sviste ininfluenti (comprensibili considerando la mole di date, fatti ed eventi), l’autore ha saputo restituire non solo i meri fatti storici ma anche lo spirito dell’epoca, cogliendone pienamente l’aspetto politico e conflittuale ma anche quello più intellettuale e artistico.

In definitiva, a chi consiglio questo romanzo? Non è un romanzo d’azione. Lo stile discorsivo alla lunga può risultare un po’ monocorde. E’ un grande romanzo epico che segue le vicende di decine di personaggi su un arco temporale molto lungo senza mai essere, però, dispersivo o inconcludente. Se siete quindi amanti di una narrazione di ampio respiro e che sia in grado di immergervi in un periodo storico affascinante come il nostro Rinascimento, allora questo è il romanzo che fa per voi.


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Il libro sul sito della Newton Compton!

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4 pensieri su “[RECENSIONE] Le sette dinastie – Matteo Strukul

  1. Un lavoro incredibile!
    Ho letto I Medici di Strukul e il suo stile mi é piaciuto. Non ho apprezzato invece il ritmo, veramente troppo veloce che non permetteva di apprezzare i personaggi.
    In questo caso, dalla tua recensione, sembrebbe il contrario.
    Sono alla ricerca di un romanzo storico nuovo, quindi ti chiedo: lo consideri di più un libro di storia o un romanzo vero e proprio?

    Piace a 1 persona

    1. Grazie per aver condiviso la tua opinione! Il romanzo racconta tantissimi avvenimenti e quindi è veloce, però la prima metà riesce a coniugare Storia e storia e si ha tempo di apprezzare i personaggi (come il duca Filippo Maria, il Carmagnola e altri), nella seconda metà invece la Storia prevale.

      Piace a 1 persona

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