“Tempo di guerra” di Harry Sidebottom

Gallia, 265 d.C. L’impero romano è sull’orlo di una nuova, tremenda guerra: l’imperatore Gallieno ha radunato un imponente esercito per riconquistare i territori occupati dall’usurpatore Postumo.
Balista e i suoi cavalieri si trovano in prima linea, a combattere nelle condizioni più terribili. A tenere il veterano aggrappato alla propria vita è la speranza di poter tornare, a guerra finita, dalla sua famiglia in Sicilia, ma tra lui e il sogno del ritorno non c’è solo la furia dei nemici: il pericolo maggiore proviene dai suoi stessi ranghi.
Mentre l’esercito imperiale assedia le truppe di Postumo, infatti, Balista si rende conto che Volusiano, l’ambizioso prefetto del pretorio, non si fermerà davanti a nulla pur di raggiungere i propri obiettivi. E se Balista e i suoi uomini, sull’intricato scacchiere della guerra, non fossero altro che pedine sacrificabili?

Uscita: 24 marzo 2023.
Formato: cartaceo ed ebook.
Editore: Newton Compton.
Pagine: 288.

Il libro sul sito dell’editore: romanzo offertomi in anteprima dall’editore per una recensione imparziale.


Il ciclo di romanzi storici “Il guerriero di Roma”, con protagonista l’anglo romanizzato Marco Clodio Balista, è ormai giunto, con quest’ultima fatica, all’ottava puntata. Nei primi tre romanzi l’autore, l’accademico Harry Sidebottom, ci aveva trasportato nella parte orientale dell’impero romani negli anni 254-260 d.C., ovvero gli ultimi di Valeriano imperatore; i successivi, invece, avevano visto il nostro eroe muoversi persino oltre i confini dell’impero o, al contrario, nella stessa Roma e nella Sicilia ricoperta di foreste e percorso da banditi dell’antichità; tali ultimi romanzi avevano comunque visto un allontanamento dalle tematiche prettamente militari dei primi tre romanzi, a favore invece di componenti spionistiche e avventurose.

Il sottoscritto, appassionato lettore di narrativa storica oltre che scrittore, aveva – comunque – perseverato nella lettura di tutti i romanzi della saga di Balista con grande interesse per due motivi:

  • L’indubbia competenza storica dell’autore (ne fanno fede le magnifice note finali con bibliografia degna di un articolo accademico) che permette anche al lettore più smaliziato di imparare sempre qualcosa di nuovo;
  • Lo stile raramente didascalico e anzi molto “moderno”.
Gallieno ferito durante la campagna contro Postumo; disegno di Igor Dzis.

Con questo Tempo di guerra, invece, la guerra, come giustamente premesso dal titolo, fa il suo grande ritorno. L’anno è il 265 e l’ambientazione è la Gallia meridionale. Il generale Postumo si è ribellato – già da diversi anni, in verità – e si è proclamato imperatore ma, primo nella storia, non ha marciato su Roma ma si è “accontentato” di governare una parte dell’impero, cioè le “Gallie” (Britannia, Gallia propriamente detta ed Hispania): una vera e propria secessione di una parte dell’impero.

Marco Clodio Balista fa parte del seguito imperiale e si ritrova al comando di diverse truppe: fanteria legionaria prima, reparti misti di cavalleria ausiliaria poi. Accanto al protagonista ritroviamo non solo la fedele guardia del corpo Massimo ma anche altri personaggi ricorrenti nella saga, come il patrizio Acilio Glabrione e il prefetto del pretorio Volusiano. Con tali forze di cavalleria deve condurre, dopo che i due contententi si sono fermati nella città di Augustodunum, una pericolosa missione nel territorio nemico volta a riguadagnare la fedeltà al legittimo imperatore Gallieno di città e villaggi.

Proprio questa seconda parte costituisce la parte meno riuscita del romanzo: dopo una prima parte che ci ha visti immersi nel pieno del conflitto tra Gallieno e Postumo, veniamo “sbalzati fuori” in questo lungo e, in definitiva, inconcludente raid. Una delle sottotrame presenti in questa seconda parte è qualcosa di già visto nei romanzi di Sidebottom: quella cioè della presenza di un “traditore” all’interno del gruppo dei protagonista; anche l’altra trama, cioè quella del possibile incontro tra i mercenari angli al servizio di Postumo e Balista (che è, per l’appunto, un anglo parente dei suddetti mercenari: il riferimento a precedenti romanzi della saga qui è molto forte) diventa assai presto abbastanza scontata; per fortuna, però, viene risolta nel finale in modo almeno per me inaspettato e interessante.

Nonostante queste criticità, l’opera è assolutamente godibile e dotata di buon ritmo. La tensione è palpabile perché, se è vero che il nostro Balista “non può morire”, i suoi compagni possono farlo (e lo hanno già fatto nel corso della saga!) e in non poche occasioni la situazione appare davvero disperata: come confessato dall’autore nella nota finale, il romanzo ha preso ispirazione dal famoso western Soldati a cavallo di Jonh Ford, a sua volta ispirato all’episodio, della guerra civile americana, del “raid di Grierson”.

L’impero intorno al 270 d.C.: ad ovest il regno secessionista delle Galliea, ad est i domini di Palmira.

Lo stile è il consueto di Sidebottom: infodump storici ridotto al minimo ma armonicamente inseriti nel testo (Balista, al comando di un reparto di cavalleria, non esita a dispensare quelle che per il lettore sono informazioni storiche su come venivano curati e mantenuti i cavalli nell’antichità); azione rapida e frenetica; ellissi ben distribuite che velocizzano il ritmo del testo. Sidebottom, come detto, è un accademico; tale erudizione si riflette in alcune chicche (che con metafora informatica potremmo chiamare “easter egg”) che l’autore inserisce nel testo: se in un precedente romanzo un personaggio ubriaco pronunciava in modo errato una citazione abbastanza famosa dell’Eneide in Tempo di guerra, invece, appare un personaggio secondario che profetizza, tramite l’astrologia, un futuro di successo per un proprio pronipote: una rapida ricerca su Internet mi ha fatto scoprire che il suddetto personaggio, Argicio, fu difatti antenato del famoso poetamo Magno Ausonio, vissuto un secolo più tardi.

Un’avvertenza importante è che Tempo di guerra, ancor più degli altri romanzi della saga, contiene forti riferimenti ad eventi e personaggi delle precedenti opere: complotti, battaglie, assedi, faide barbariche, assassini e quant’altro. Non ritengo consigliabile leggere il romanzo senza conoscere gli altri, perché se è vero che il canovaccio principale (la campagna di Gallieno in Gallia nel 265) è nuovo, le due principali trame coinvolgenti il nostro Balista affondano in tali eventi precedenti.

Inutile dire che è il romanzo è consigliato ai lettori della saga, soprattutto per il gradito ritorno della Storia fatta di guerre, battaglie e intrighi tra sovrani, da molto tempo ai “margini” della saga.


Gli altri romanzi di cui ho parlato sul blog: RECENSIONI

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