Scritto nel 350 a.C. circa, rappresenta probabilmente uno dei primi trattati sull’equitazione del mondo occidentale. Senofonte illustra come selezionare, gestire e trattare i cavalli, sia per uso militare che per lavoro, e descrive anche i principi del dressage classico, oltre a raccomandare una tecnica di addestramento basata sulla collaborazione tra uomo e animale.

Editore: La Vita Felice;
Anno di uscita: 2022;
Pagine: 132;
Testo originale a fronte: sì.
“Ho trascorso molto tempo della mia vita in mezzo ai cavalli e penso di potermi definire un esperto in materia; per questo ho deciso di mettere a disposizione anche degli amici più giovani e inesperti quello che è, a mio avviso, il modo più corretto e sicuro di avvicinarsi a questi animali.”
Quella che avete appena letto è la semplice quanto efficace premessa del Peri Hippikes (lett. “Intorno ai cavalli”) dello scrittore, di nascita ateniese e di adozione spartana, Senofonte, uno dei più prolifici e noti autori della letteratura greca antica. L’opera appartiene alla fase matura di Senofonte quando egli, ritiratosi ormai a vita privata in Elide, a Scillunte, in una proprietà donatagli dal re spartano Agesilao, si dedicò ad un’intensa e vasta attività letteraria.
Il libro ha dei destinatari ben precisi, ovvero gli “amici più giovani e inesperti” intenzionati ad “avvicinarsi a questi animali”. Senofonte si rivolge dunque a quei giovani, probabilmente di buona famiglia, intenzionati ad acquistare o crescere un cavallo. Da tale intento deriva lo stile estremamente semplice e che fa ricorso a pochi tecnicismi; quelli presenti immediatamente comprensibili ad un uomo antico e necessitano di pochi secondi di ricerca online ad un uomo moderno.
Passiamo ora a descrivere come si debba comportare il cavaliere per ottenere il massimo per sé e per l’animale nelle pratiche equestri. Nel momento in cui gli viene condotto il cavallo e sta per montare, per prima cosa prenda la longhina, attaccata al sottomorso o alla capezza, nella mano sinistra e abbia cura di tenerla alla giusta lunghezza in modo da non strattonare il cavallo sia nel caso in cui salga attaccandosi alla criniera vicino alle orecchie sia che si aiuti a salire con la lancia. Con la destra tenga, insieme alle redini, la criniera vicino al garrese, così da non tirare in nessun modo, mentre sale, la bocca del cavallo.
Poi, prendendo lo slancio, con la mano sinistra sollevi il corpo, si aiuti stendendo il braccio destro – così, piegando inoltre la gamba destra, eviterà di offrire anche da dietro una poco dignitosa visione -; senza appoggiare il ginocchio sulla schiena del cavallo, passi la gamba dall’altro lato della groppa. Solo allora, quando la gamba destra sarà dall’altro lato, potrà appoggiare il sedere sul cavallo.
Da Peri Hippikes, 8
Le prime pagine sono dunque occupate dalla valutazione di un cavallo in fase di acquisto (controllo dei piedi e degli zoccoli, ispezione della bocca, valutazione delle membra). A queste segue invece il cuore dell’opera, ovvero l’addestramento dell’animale. È qui che emerge il tratto saliente, e per un lettore moderno forse più interessante, dell’opera di Senofonte: l’approccio, che potremmo definire nella maggior parte dei casi (non tutti, voglio precisare) “umanitario”, verso l’animale.
Senofonte è convinto che il modo più corretto – e più efficace – di lavorare con un cavallo sia quello di riconoscerne gli sforzi, di assecondarne la natura, di premiarlo quando lavora bene, di convincerlo a saltare un fosso facendogli vedere da terra come si fa, di non cedere mai, in nessun caso, a momenti d’ira. Ha insomma almeno in parte anticipato il concetto moderno di “insieme”, la fusione di cavallo e cavaliere che lavorano fidandosi l’uno dell’altro per conseguire il miglior risultato possibile.
Dall’introduzione di Carlo Ravazzolo
Un plauso va all’editore “La Vita Felice” per la cura nella traduzione e anche nella impaginazione del testo, molto piacevole nella sua manegevolezza.
In definitiva, è un libro che consiglio non solo agli appassionati di storia e letteratura greca, ma anche ai moderni narratori di storia (quale è il sottoscritto), perché l’opera fornisce una visione completa e tecnica (senza essere appesantita da tecnicismi) di come gli antichi vedessero e trattassero i cavalli, all’epoca molto più comuni e vicini all’esperienza quotidiana di quanto non lo siano oggi per l’uomo contemporaneo. La semplice lettura di un’opera come questa di Senofonte permetterà infatti di mettere in scena dei cavalli molto più credibili e realistici di quanto non accada nel romanzo o nel film “medio”.

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