“I ribelli di Roma” – di Harry Sidebottom

Sicilia, 265 d.C. All’ombra dell’Etna, gli schiavi si stanno ribellando.
Mentre i capi della rivolta dichiarano la Sicilia la nuova terra della libertà, uomini e donne vengono massacrati, le città dell’isola saccheggiate e date alle fiamme. Quando una nave naufraga al largo delle coste occidentali, solo due sopravvissuti riescono a sfuggire alla furia dei ribelli.
Balista è un veterano romano, e ha sempre trovato il modo di far fronte ai pericoli e alle avversità, ma suo figlio Marco è soltanto un ragazzo. Insieme, dovranno farsi strada attraverso una Sicilia devastata, in una corsa contro il tempo per salvare il resto della famiglia e, in qualche modo, mettere fine alla rivolta prima che tutta l’isola finisca per bruciare nel fuoco della guerra.

Pagine: 320.
Editore: Newton Compton.
Formato: Cartaceo ed ebook.
Uscita: 7 giugno 2022.


Non è facile scrivere la recensione della nuova opera di una saga arrivata ormai all’ottava uscita. Il primo romanzo, Fuoco a Oriente, narrava di un ufficiale romano di origini barbariche, Marco Clodio Balista, inviato in una missione quasi suicida durante il regno di Valeriano (253-260 d.C.): un romanzo d’esordio molto brillante, che miscelava competenza storico di primo ordine (l’autore è un noto accademico inglese) con uno stile per nulla pedante e anzi, a tratti, ricco d’azione.

Nel corso dei romanzi della saga abbiamo visto Balista impegnato negli intrighi politico-militari alle frontiere orientali, tra Sasanidi e usurpatori; poi in diverse peripezie alle frontiere e anche oltre le frontiere: dalle montagne del Caucaso alla steppa popolata dai nomadi Alani ed Eruli fino ai mari del Nord. Infine, il ritorno nell’impero e, dopo un’ultima avventura a Roma, narrata nel settimo volume della saga, la meritata concessione, da parte dell’imperatore, della “pensione”. In tutti questi libri, in cui il nostro protagonista, così come i numerosi comprimari che attorno a lui ruotano, ha avuto un’importante evoluzione psicologica, la parola “Sicilia” ha sempre evocato l’immagine di una terra idilliaca, dove la sua famiglia ha un rifugio sicuro, lontano da sicari imperiale e invasori barbarici e in cui il nostro, dopo tanto peregrinare, sogna di potersi ritirarsi.

Siracusa in epoca romana.

E finalmente, con questo ottavo volume, si arriva in Sicilia; ma, ovviamente, di pace se ne trova pochissima. La nave che trasporta il nostro insieme al figlio maggiore, Marco-Isangrim (il primo è il praenomen romano, il secondo il nome anglo), incappa subito in una tempesta che avrà effetti disastrosi. Nel frattempo, una rivolta di schiavi scuote l’isola da capo a fondo. La strada per Tauromenio, dove si trova la famiglia del nostro (la moglie Giulia, nobile patrizia romana, il secondo figlio Dernhelm e le fidate guardie del corpo, anch’esse di origine barbarica), diventa così un percorso da incubo costellato di pericoli. La tensione, in questa prima lunga fase, è palpabile e ben costruita.

Il romanzo è anche il racconto del rapporto tra Balista e il figlio Marco-Isangrim, cresciuto negli ultimi quasi senza il padre. Non a caso, l’autore scrive non pochi capitoli dal punto di vista del ragazzo, che in effetti vive un vero e proprio periodo di formazione, ancor più acuito dalla sua duplice natura: origine barbarica, ormai quasi dimenticata, ed educazione romana.

Tema centrale del romanzo è la condizione schiavile. Sidebottom non indorisce la pillola: la schiavitù nelle campagne era spesso durissima e chi vi era ridotto, considerato al pari di un oggetto, si trasformava rapidamente in una bestia. Le numerose figure incontrate dal duo dei nostri protagonisti incarnano diverse realtà del mondo schiavile: i già citati abbruttiti nelle campagne, i barbari fatti prigionieri alle frontiere, gli schiavi domestici meglio trattati, i fugitivarii, catturatori di schiavi fuggiti. Come di consueto, l’autore inserisce non poche “divagazioni culturali”, che in generale arricchiscono la narrazione (anche grazie a delle illuminanti note finale), almeno per il sottoscritto.

Un altro punto di merito è la descrizione della Sicilia. Non aspettatevi scenari desolati e brulli, bruciati dal sole oppure spiagge assolate: questa è la Sicilia contemporanea, nata dalla deforestazione dell’epoca moderna. Nell’antichità l’isola era ricchissima di foreste ed insomma molto diversa da oggi; più “nordica” di quanto non sia oggi! Un aspetto che mi ha molto sorpreso.

Sicilia, terra di foreste e montagne. Altro che sole e mare!

Libro non perfetto, comqunque. Avrei preferito maggior approfondimento dedicato alla figura di “Soter”, il misterioso sobillatore degli schiavi e “cattivo”, se così si può definire, della storia. È uno dei pochi difetti che riconosco a Sidebottom: il bilanciamento delle varie parti della trama, che non sempre mi ha convinto. Senza svelare nulla è difficile da spiegare, mi limito a dire che alcuni capitoli avrebbero potuto essere tagliati e altri avrebbero meritato (a mio giudizio) un’espansione.

Stilisticamente, ho ben poco da appuntare all’autore, considerando che è mediata da una traduzione. La prosa di Sidebottom è asciutta nell’azione, essenziale nei dialoghi. I fronzoli sono costituiti soltanto dalle divagazioni culturali di cui ho detto sopra e che per il sottoscritto non sono un difetto, anzi…

Altra questione importante: si può godere del romanzo senza aver letto gli altri? In generale sì. I riferimenti alle precedenti avventure ci sono e sono anche importanti (in questo romanzo viene recuperato il rapporto tra Balista e il figlio maggiore), ma la trama può essere compresa anche senza averli letti.

In definitiva, I ribelli di Roma è consigliato a tutti i lettori, appassionati e non della saga o del periodo storico tardo-imperiale.


Il romanzo sul sito dell’editore
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