[RECENSIONE] L’eredità di Alessandro Magno – Roberto Fabbri

Babilonia, 323 a.C. Alessandro Magno, l’uomo che ha costruito il più grande e temibile impero che il mondo abbia mai visto, muore rifiutandosi di nominare un successore. Senza un erede naturale che possa farsi avanti, chi siederà sul trono? Mentre la terribile e inaspettata notizia della morte del re si diffonde nelle sue terre, lasciando i sudditi in preda allo sconforto, la battaglia per la successione comincia. Nasce così una contorta e perversa ragnatela di intrighi e piani, di alleanze tessute velocemente e altrettanto velocemente rinnegate, mentre ognuno dei pretendenti porta avanti la propria lotta personale. Tra figli bastardi, generali ambiziosi e scaltri politici, alla fine soltanto un uomo – o una donna – resterà in piedi per reclamare la vittoria…

Pagine: 416.
Formato: cartaceo ed ebook.
Editore: Newton Compton.
Il libro sul sito dell’editore


Roberto Fabbri non è per me una nuova lettura. Ho già apprezzato i primi romanzi della saga dedicata a Vespasiano e, qui sul blog, anche il romanzo Le tre legioni (qui la recensione), che raccontava la disfatta romana di Teutoburgo. Questa nuova opera di Fabbri è diversa da quella sopraccitate. Anzitutto, per l’ambientazione ellenica. L’autore racconta infatti i convulsi avvenimenti dei due anni successivi alla morte del grande Alessandro. Come sappiamo storicamente, l’assenza di un erede socirp comportò, alla lunga, il frazionamento del grande impero conquistato dal macedone nelle cosiddette monarchie ellenistiche (seleucide, tolemaica ecc.)

L’autore restituisce la complessità del periodo con una pluralità di personaggi portatori del punto di vista. Ogni capitolo, infatti, porta il nome del personaggio di cui si seguono le vicende, accompagnato da un epiteto più o meno significativo (Perdicca è “il prescelto”, Antigono è “il guercio” ecc.). La narrazione dunque non ha un solo protagonista, ma tanti, almeno sei o sette, cui viene concesso eguale spazio. L’incipit, quanto mai azzeccato, vede generali e ufficiali macedoni e parenti di Alessandro riuniti attorno al capezzale del re morente; è l’unica scena in cui sono (quasi) tutti insieme, prima della separazione e dell’inizio degli intrighi.

Tolomeo, senza dubbio il personaggio più scaltro del romanzo.

La narrazione, dunque, non ha un protagonista, ma segue non meno di sei o sette punti di vista concedendo loro lo stesso spazio. Da un lato, questo permette un dipanarsi ampio degli eventi: grande attenzione viene posta ai complotti, alle manovre, ai sottili giochi del potere per assicurarsi satrapie ed eserciti tramite alleanze più o meno estemporanee. Questo significa anche che, a volte, diventa difficile seguire la trama. Detta in modo semplice, ci sono tanti nomi; se già non si conosce almeno un po’ la storia, non è raro ritrovarsi a dover tornare indietro per riportare qualcosa alla memoria. Del resto, non penso molti possano sempre richiamare alla mente con facilità personaggi quasi omofoni come Antigono, Antigene, Antipatro, Cassandro, Cratero, Lisimaco, Leonnato ecc.

Un altro difetto, a mio giudizio, è la monotonia dello stile. La trama va avanti a dialoghi, che servono essenzialmente a riassumere eventi. Ci sono davvero molte ripetizioni che, è mia impressione, servono da “marker” per i personaggi: ecco quindi che di Eumene di Cardia ci viene detto infinite volte che è scaltro; oppure dell’ultrasettantenne Antipatro, reggente di Macedonia, di cui viene ricordato molte volte avere appettiti sessuali degni di un satiro.

Alcuni personaggi sono tuttavia ben caratterizzati, in particolare il già citato Eumene e soprattutto Perdicca, perché l’autore riesce a comunicarci il loro desiderio di mantenere unito l’impero di Alessandro; Eumene è all’inizio “appiattito” sul suo essere greco tra i macedoni; Perdicca, invece, avendo ricevuto l’anello di Alessandro, sente di avere una missione, con cui empatizziamo perché sappiamo essere una “missione disperata.”

Detto questo, Fabbri riesce comunque a comunicare l’essenziale del periodo: la lotta di potere tra i vari generali e le manovre politiche-diplomatiche tra i vari potentati sorti dopo la morte di Alessandro. In definitiva, lo consiglio se avete un forte interesse per il periodo e una minima conoscenza dello stesso.


Recensione del libro da parte del blog “Alessandro III di Macedonia”

2 pensieri su “[RECENSIONE] L’eredità di Alessandro Magno – Roberto Fabbri

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