Articolo tratto dal blog “joseluisregojo” e tradotto da Alice Croce Ortega.
Vita di una regina temeraria
Molte donne hanno regnato sui diversi territori spagnoli nel corso della storia. Ma poche, per non dire nessuna, erano state preparate a ricoprire una posizione così elevata. Circostanze eccezionali, sempre conseguenza di una serie di morti impreviste, posero molte regine in quella posizione a cui, inizialmente, non erano destinate.
Una delle prime di quelle grandi regine fu Urraca de León (1081-1126), che – malgrado non fosse stata educata per regnare – a causa della mancanza di eredi maschi o mariti che potessero assumere il ruolo di re fu nominata regina dal conquistatore di Toledo, Alfonso VI. Urraca affrontò quindi la nobiltà del suo tempo, il suo secondo marito e anche suo figlio, per difendere ciò che era suo di diritto: la corona di suo padre. Il suo carattere più che liberale per quei tempi la portò ad avere amanti e a generare figli illegittimi. Diciamo che i suoi detrattori ebbero vita facile.
L’unica opzione
Il re Alfonso VI di León (1040-1109, in carica 1065-1109) si sposò ben cinque volte, nella speranza di generare un erede per i suoi regni. Ma la natura non gli facilitò il compito perché le mogli legittime gli diedero solo femmine. L’unico figlio maschio era nato dalla sua amante, la mora Zaida, ma lo sfortunato Sancho cadde a quindici anni nella battaglia di Uclés.
Quindi benché né Urraca né suo padre lo volessero, alla fine Urraca dovette assumere la sua responsabilità dinastica. La bambina aveva vissuto l’infanzia accanto a sua madre, Costanza di Borgogna (1046-1093, in carica 1079-1093), una regina che non aveva un ruolo pubblico molto rilevante. Il suo compito principale era prendersi cura delle figlie e poco altro. Ad ogni buon conto, Urraca fu presto separata dalla madre.
Quando Urraca aveva 8 anni, si celebrò il matrimonio con il suo primo marito, Raimondo di Borgogna, e la bambina si trasferì a vivere nella casa del conte Pedro Ansúrez, dove avrebbe atteso il momento di consumare il matrimonio. Raimondo di Borgogna era un uomo ambizioso che accettò il matrimonio con Urraca solo nella speranza che, quando lei avesse finalmente ereditato i regni di suo padre, lui sarebbe diventato un vero e proprio re. Cosa che non avvenne mai.

Mentre il re suo padre sperava ancora di generare l’erede maschio tanto atteso, Urraca visse la sua breve vita matrimoniale con Raimondo prendendosi cura dei suoi due figli: Sancha, nata nel 1095 e Alfonso, che sarebbe venuto al mondo dieci anni più tardi.
Due anni dopo la sua vita avrebbe compiuto una svolta importante. In primo luogo, rimase vedova di Raimondo, che non arrivò a vedere il figlio di Zaida, Sancho, perdere la vita un anno dopo, nel 1108, spianando la strada di Urraca verso il trono.
Vecchio e sconfitto nel tentativo di generare un erede maschio, il re Alfonso VI fu costretto a trovare un altro marito per la figlia vedova, perché a parte il fatto di non essere stata educata per regnare, una donna non poteva governare da sola. Aveva bisogno di un marito.
La scelta cadde su Alfonso I re d’Aragona (1082-1134, in carica 1104-1134), detto il Battagliero. Nel 1109 Alfonso VI morì e Urraca divenne la regina legittima. Al suo fianco un marito, e re, che non le avrebbe facilitato le cose.
La regina reclusa
Sebbene all’inizio sembrasse che la buona volontà di entrambe le parti avrebbe portato nei regni peninsulari un periodo di pace e tranquillità, presto cominciarono le lotte all’interno e all’esterno del matrimonio reale.
Il primo motivo di scontro fu una delle clausole del contratto di matrimonio che escludeva dalla successione al trono Alfonso, il figlio di Raimondo di Borgogna, nel caso in cui Urraca e il suo secondo marito avessero avuto un altro figlio maschio. La nobiltà non perse tempo a posizionarsi in parte a favore e in parte contro tale disposizione. Fu in Galizia che emerse il principale bastione in difesa del diritto ereditario del bambino, e dove Alfonso di Aragóna iniziò le sue prime campagne militari. Nemmeno le ambizioni del Battagliero furono d’aiuto. Alfonso governava senza tenere in considerazione la regina sua moglie e iniziò a considerare i territori della corona di León come se fossero suoi, ricevendo il sostegno della sorellastra di Urraca, Teresa di León e di suo marito Enrico di Borgogna. La situazione divenne tesa al punto che il re, nel 1111, rinchiuse sua moglie nella fortezza di Castellar.
Dopo diverse battaglie e riconciliazioni, gli oppositori del matrimonio riuscirono a porvi fine definitivamente usando l’argomento della consanguineità. Urraca e Alfonso il Battagliero erano cugini di primo grado. Era il 1112, anno in cui Urraca iniziò a governare da sola.

Regina a pieno titolo
Dal 1113 al 1126, Urraca svolse il ruolo di regina con responsabilità ed efficienza. Nonostante non fosse stata educata a governare, ebbe tempo e modo durante i suoi due matrimoni di imparare molto sul modo di esercitare il potere.
Nonostante Urraca avesse associato il proprio figlio Alfonso al trono, non rinunciò mai al suo ruolo di regina né abdicò, come avrebbero fatto altre regine madri in futuro, tra cui la grande Berenguela di Castiglia (1180-1246). Sebbene legalmente avesse il diritto di regnare fino alla morte come avrebbe fatto un re, il fatto di essere una donna rendeva la sua scelta sindacabile, e la nobiltà esercitava continue pressioni affinché abdicasse a favore di suo figlio.
Una donna sul trono e senza un uomo al suo fianco era già una novità, ma Urraca per di più scandalizzava il suo popolo. Non solo regnò come un uomo, ma ebbe amanti come qualsiasi re prima di lei e addirittura concepì discendenti illegittimi, Fernando ed Elvira. Erano figli di don Pedro de Lara, uno dei suoi amanti, sebbene i dati sulle loro relazioni amorose e sui figli naturali rimangano avvolti in una fitta nebbia, poiché le cronache spesso sorvolarono sulla storia non ufficiale della regina. Secondo alcune fonti, la regina si servì di queste relazioni extraconiugali non solo a scopo ricreativo, ma anche come strumento politico per legare a sé potenti alleati senza essere costretta a sottomettersi all’autorità di un marito con ulteriori matrimoni.

Anche la sua morte contiene un mistero: alcuni affermano che sia morta all’età di 44 anni a causa di complicanze durante un parto, cosa che non sembra molto probabile data l’età. Quale che ne sia stata la causa, l’8 marzo 1126 Urraca morì da regina in carica e dopo aver governato da sola e con grande coraggio in un ruolo che, essendo donna, dovette difendere durante tutto il suo regno.
La regina Urraca I de León fu sepolta nel Pantheon dei re di San Isidoro de León. Il 10 marzo 1126, in seguito alla morte della madre, Alfonso VII figlio della regina e del conte Raimondo di Borgogna, fu incoronato re di León nella cattedrale della città di León, capostipite del ramo spagnolo della Casa di Borgogna.
Altri articolo di Storia qui!
Segnalazione del romanzo Il Bargello ambientato nella Spagna del XII secolo!
Pingback: [STORIA] La regina indomabile – Urraca I De León — NARRARE DI STORIA – The sense