[SEGNALAZIONE] Ekaterina – Marialuisa Bianchi

Salve a tutti! Eccoci ad un nuovo appuntamento con il Servizio Segnalazione di Narrare di Storia! In questo spazio segnalo autori esordienti o poco conosciuti, sempre a tema storico.

Per avere la propria opera segnalata, rimando a questo articolo in cui spiego le modalità per partecipare e le tempistiche di invio.

Il romanzo di oggi è Ekaterina – Una schiava russa nella Firenze dei Medici di Marialuisa Bianchi.Immagine

Descrizione: La presenza di giovani schiave nelle città europee del Quattrocento è un fenomeno poco noto e per certi versi rimosso dall’immaginario collettivo che si riferisce a uno dei periodi più affascinanti della Storia esaltandone in modo quasi esclusivo i risultati artistici e culturali. Eppure a partire dalla metà del Trecento tante furono le
ragazze russe, tartare, greche, turche, saracene strappate alle loro terre e condotte
nelle case dei ricchi d’Italia e non solo per svolgere i lavori domestici più umili, accudire
gli anziani e soddisfare i desideri sessuali dei padroni.
Marialuisa Bianchi ci mostra senza infingimenti la quotidianità, fatta di violenze, soprusi, umiliazioni e rari momenti di serenità, di una giovane schiava russa che
si trova a vivere nella turbolenta Firenze di Cosimo de’ Medici. Pagina dopo pagina
siamo guidati alla scoperta di una città di antichi mercati, botteghe artigiane e viuzze
mal frequentate, che caratterizzavano lo spazio urbano di allora tanto quanto i sontuosi palazzi, le chiese, gli ospedali che ancora oggi possiamo ammirare. L’accurata ricostruzione storica è parte stessa di una narrazione appassionante in cui
personaggi esistiti e vicende realmente accadute diventano un tutt’uno con l’invenzione
letteraria a cui spetta il compito di dare voce a chi non l’ha avuta. La schiava
Ekaterina, il garzone Francesco, la serva Ghita, la prostituta Hysa intrecciano così
le loro storie con quelle del vescovo Antonino Pierozzi, di Giovanni della Casa e
della bellissima Lusanna di Benedetto, di Alessandra Macinghi Strozzi, di mercanti
e preti che hanno lasciato traccia di sé nel Rinascimento fiorentino. Ne deriva un affresco mosso, sempre vivace della Firenze quattrocentesca e il racconto coinvolgente
del cammino rischioso e pieno di sorprese di una schiava alla ricerca ostinata della
propria libertà.

Autrice: Marialuisa Bianchi, molisana d’origine, si è laureata in storia medievale a Firenze, dove vive e insegna in una scuola superiore. Collabora con la storica associazione culturale Il giardino dei Ciliegi, presso cui conduce seminari di scrittura creativa e organizza incontri letterari, lavorando anche in ambito formativo. Ha scritto
saggi sulla storia fiorentina, tra cui La grande storia dell’artigianato: il 400, edito
da Giunti. Per l’opera Campobasso capoluogo del Molise, pubblicato dal Comune di
Campobasso nel 2008, ha curato il saggio Andata e Ritorno, la descrizione degli
intellettuali: uno spaccato sull’immagine della città nei secoli attraverso lo sguardo
di scrittori e scrittrici molisani, tra cui Francesco Jovine. Sempre per la Regione
Molise ha ideato e organizzato La selvatica timidezza di Lina Pietravalle, un convegno
di studi svoltosi presso l’Università del Molise nel 2006. Ha scritto recensioni per riviste letterarie e racconti per raccolte antologiche fra cui Quel libro nel cammino della mia vita di Giuseppe Pontiggia. Ha pubblicato un libro di racconti Vie di Fuga. Storie di
e per adolescenti (Franco Angeli, 2005) con prefazione di Dacia Maraini e nel 2009 il testo teatrale Apparizioni. Tre atti liberamente ispirati al romanzo Signora Ava di F. Jovine (Filopoli).


Cosa mi è piaciuto: Quando si dice “schiavitù”, in Europa, si pensa sempre al mondo antico. Non è così. Questo romanzo ci permette di riscoprire un fenomeno dimenticato. Ho apprezzato lo sguardo sulle vicende della Storia che definiamo “minori”, ma che per questo non sono meno importanti o significative di quelle “maggiori” per cogliere un certo periodo storico. Lo consiglio se amate il periodo storico e cercate una prospettiva diversa dal solito. Lo stile dimostra la ricercatezza storica cercando di riprodurre proverbi e modi di dire dell’epoca; si mantiene comunque semplice e immediato. Ho apprezzato che, già dall’estratto, siano poste basi interessanti: la padrona della nostra protagonista è malata, c’è una domestica invidiosa e… molti altri elementi che spero leggerete presto!

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