
L’Egitto dei faraoni si proietta sopra un periodo di più di trenta secoli, dalla fine del IV millennio a.C.: un eccezionale esempio di continuità e di vitalità. Questo libro documenta, attraverso dati iconografici e testuali, la società egiziana antica, presentando la gente dell’Egitto nei suoi ritmi quotidiani.
Dopo aver trattato saggi “corposi” e a loro modo storici (Canfora su Atene e sul suo mito, Mazzarino sulla fine del mondo antico, Luttwak sul sistema militare romano) passiamo oggi ad un saggio all’apparenza “leggero” nei contenuti e nello stile ma non per questo meno interessante, anzi! E’ un libro ricco di spunti e pieno di curiosità (di una aveva già parlato qui).
L’autrice esplicita il suo intento nella premessa:
Fuori dell’ambito ristretto e scettico degli addetti ai lavori, l’Egitto dei faraoni continua ad apparire spesso come un luogo non neutro e storicamente obiettivo, ma piuttosto come una creazione quasi immaginaria: è l’Egitto della maledizioni delle mummia, la terra della prigionia degli ebrei e dei miracoli di Mosè, oppure nella tradizione di Salomone, Pitagora e Platone, il paese culla di ogni primo sapere.
L’Egitto possiede una grande fortuna. Le condizioni del deserto (caldo secco) hanno conservato ottimamente papiri, tavolette, dipinti e iscrizioni. Questo ci permette di ricostruire la vita quotidiana degli egiziani con un’accuratezza sconosciuta per altre civiltà. D’altra parte l’assenza di una qualsiasi storiografia autoctona ci impedisce, ad esempio, di ricostruire con esattezza la cronologia dei regni faraonici (di molti faraoni non abbiamo altro che uno dei nomi inciso su un tempio o su una tomba). La Bresciani vuole quindi restituire gli egiziani ad una quotidianità “normale”, cercando di scrostare la mitologia che si è venuta a creare su questo popolo dalle grandi scoperte archeologiche a cavallo tra XIX e XX secolo.
Il libro è diviso in capitoli che trattano diversi argomenti della vita quotidiana: il lavoro nei campi, città e villaggi, il faraone e il visir, la famiglia, gli animali, l’amore, lo scriba e la conoscenza, lo sport e i giochi, il tempio e la preghiera, l’aldilà e i riti funebri. Ogni capitolo è corredato da decine e decine di esempi basati su precisi riferimenti testuali. Il punto di forza del libro è che molti di questi esempi fanno riferimento alle splendide e numerose (almeno una decina per capitolo) immagini in carta patinata, ciascuna grande metà o un’intera pagina.
Ci sarebbe moltissimo da discutere perciò mi limito a riportare alcuni curiosità che mi hanno colpito.
- La vita dopo la morte senza dubbio ossessionava gli egiziani, pronti a ricorrere a qualsiasi mezzo (soprattutto magico) per garantirsi la “osirizzazione”, cioè diventare immortali e vivere nella Duat. Ecco perchè, in occasione della congiura dell’harem che attentò alla vita di Ramesse III, i congiurati furono condannati alla distruzione eterna mediante la soppressione dei loro nomi, sostituiti da nomi infamanti.
- La vita nei campi non era affatto monotona, come si può vedere in questo raffigurazione dipinta sulla tomba di Menna (TT69) a Tebe.
- Il principe Thutmosi, figlio primogenito di Amenofi III, fece preparare per la sua gatta Myt, sepolta nella necropoli di Menfi, un piccolo sarcofago di pietra oggi conservato al museo del Cairo. I geroglifici all’esterno ricordano che la gatta, una volta morta, era divenuta anche lei un Osiri. La dea Isi dichiara: “Io stendo le mie braccia dietro di te per proteggerti” come per ogni altra persona. Il sarcofago conteneva anche un usciabti (figurina destinata a sostituire il defunto nei lavori dei campi nell’aldilà) osiriforme ma con testa di gatta.
- L’esperienza di timoniere di una barca sul Nilo faceva parte dell’educazione dei principi già nell’Antico Regno. Il principe Kaemtenenet, figlio del faraone Isesi, racconta nei testi della sua mastaba a Saqqare della sua abilità come timoniere, che una volta gli permise di salvare la vita del padre quando questi aveva attraversato il fiume durante una tempesta. “Certo sei un vero marinaio, non temi la tempesta sul fiume”, disse il faraone, che poi giunto a destinazione commentò: “E’ stato come la navigazione di Ra nel grande lago del cielo!”
Per tutti gli amanti della storia egizia il libro sarà quindi una lettura piacevole e rilassante, i cui capitoli possono essere gustati nell’ordine che si preferisce, senza fretta. Si scopriranno tante cose che ci faranno sentire gli antichi egiziani vicini (paure e passioni sono uguali alle nostre, nonostante tremila anni di distanza) e al tempo stesso lontani (perchè la loro risposta a tali sentimenti era molto diversa).
Buona lettura!
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