“Fiamme sul Don” di Enia Accettura e Giovanni di Girolamo

Diario di un flammiere sopravvissuto alla guerra

Pagine: 144
Formato: Brossura
Data di Uscita: giugno 2024
Editore: Tralerighe Libri

Fiamme sul Don sul sito della casa editrice: LINK

“Fiamme sul Don – Diario di un flammiere sopravvissuto alla guerra” è il nuovo libro di Enia Accettura e Giovanni Di Girolamo, pubblicato qualche settimana orsono dalla casa editrice storica Tralerighe Libri dell’editore Andrea Giannasi.


Il diario racconta l’esperienza vissuta dal tarantino Rocco Mazzeo, per tutti Rino, inviato a combattere in Russia nel 1942 dal regime fascista, in qualità di flammiere, ossia specialista addetto all’uso del lanciafiamme.

Nelle pagine del suo diario Rino racconta il lungo viaggio verso il fronte orientale e i primi periodi trascorsi a cavallo fra le retrovie e la prima linea, culminati nella sanguinosa battaglia dell’agosto 1942, quando le truppe dell’Armata Rossa travolsero la divisione di fanteria Sforzesca e i reparti giunti in suo sostegno, fra cui i reparti lanciafiamme, prima che l’Armata italiana riuscisse con molta difficoltà a bloccare temporaneamente la loro avanzata.

La calma durò, purtroppo, pochi mesi e successivamente Rino fu ferito nel corso della seconda battaglia che ebbe luogo nei pressi del fiume Don, nella seconda metà del mese di dicembre del 1942.

La marcia dei prigionieri nella steppa.

Rino fu ricoverato presso l’ospedale militare e curato presso il convalescenziario di Dnepropetrovsk. Dopo molte peripezie riuscì a far ritorno in Italia nell’estate del 1943.

Tornato a casa, sposò l’amata Carmela e dalla loro unione nacquero quattro figli, Fernanda, Michele, Fabio Massimiliano e Salvatore, che oggi hanno voluto condividere con sentimento e commozione l’esperienza diretta vissuta dal padre.

Il diario è corredato da foto d’epoca, da un’ampia ricerca storica sulle vicende vissute dai reparti chimici nella campagna di Russia e sulle vicende vissute da Rino al rientro dalla guerra, subendo diversi ricoveri in ospedale, prima che una commissione medica accertasse che la sua malattia fosse la causa delle ferite e degli stenti vissuti al fronte.

Si è sempre parlato poco dei reparti chimici, sebbene nella Seconda guerra mondiale abbiano spesso e volentieri avuto un ruolo significativo sia in fase offensiva che difensiva. I flammieri dovevano avere un carattere forte e, specie quando gli si chiedeva di aprire la via all’avanzata delle truppe di fanteria, dovevano essere dotati di un pizzico di incoscienza, visto il ruolo delicato e rischioso che avevano nell’andare in piedi all’assalto delle postazioni difensive avversarie, ben presidiate e munite di mitragliatrici.

Completano il volume le biografie di alcuni flammieri, fra cui ricordiamo le medaglie d’oro al valor militare Mario Jacovitti e Vincenzo Vitale.

Ospedale di riserva di Dnepropetrovsk, dove fu probabilmente ricoverato Rocco Mazzeo.

Per Di Girolamo si tratta di una nuova esperienza editoriale, che segue “Prigionieri della Steppa” (Gaspari, 2019) e “Armir – Il Ritorno dall’Oblio” (Tralerighe, 2022), pubblicato insieme ad Enia Accettura e Cristiano Maggi.

Per Enia Accettura, coordinatrice del gruppo “Armir – Il Ritorno dall’Oblio”, è un nuovo tassello dell’intensa attività di ricerca di testimonianze storiche sulle vittime della guerra che porta avanti da diversi anni, con straordinario impegno e instancabile passione.

Gli autori sono onorati di aver dato il loro contribuito nel portare alla luce la testimonianza diretta di un uomo sopravvissuto all’orrore della guerra e che ha dovuto affrontare i postumi di una tragica esperienza per tutta la sua esistenza, sebbene non gli impedirono, grazie ad una straordinaria forza d’animo, di vivere una vita di amore e di impegno, dedita al lavoro, alla famiglia e al sociale.

Ad esempio, Rino ricoprì diverse cariche in seno all’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra.

Grazie alla sensibilità e alla disponibilità della famiglia Mazzeo la storia di Rino non è stata dimenticata e oggi rivive, ricordando il sacrificio di molti nostri conterranei, che pagarono con la vita o con grossi traumi la tragica esperienza bellica.

Certificato di concessione della croce al merito di guerra a Rocco Mazzeo.

Gli autori

Giovanni Di Girolamo è un ricercatore, esperto di gestione di progetti e di comunicazione. Autore di molti articoli su riviste nazionali ed internazionali, ha pubblicato “L’Ombra di Kukulkan” (Navarra Editore, 2012), “Scelgo di Essere Felice” (Taita Press, 2017), “Prigionieri della Steppa” (Gaspari, 2019) e, come co-autore con Enia Accettura e Cristiano Maggi, la recente raccolta di memoriali “ARMIR – Il Ritorno dall’Oblio” (Tralerighe Libri, 2022). Ha contribuito a diversi volumi, fra cui “Il libro Nero degli Italiani nei Gulag”, curato da Francesco Bigazzi (LEG, 2022). Negli anni trascorsi ha svolto diverse attività di ricerca storica ed anagrafica volte al recupero di testimonianze sui soldati italiani dell’ARMIR, spinto dalla ricerca dello zio Vincenzo, disperso nella Campagna di Russia.

Enia Accettura ha iniziato la sua attività di ricerca nel 2013, animata da ragioni di carattere familiare inerenti la sorte del cugino Giuseppe, disperso in Russia. Nel 2015 ha conosciuto Pino Scaccia, con il quale ha collaborato al gruppo Facebook “ARMIR, sulle Tracce di un Esercito Perduto”, affiancandolo nella stesura del libro “Voci e Ombre dal Don” (Tralerighe, 2017). Nel 2018 ha fondato il gruppo “ARMIR – Il Ritorno dall’Oblio”, che si occupa di ricerche storico-anagrafiche di soldati caduti, reduci o dispersi. Co-autrice del libro “ARMIR – Il ritorno dall’Oblio” (Tralerighe, 2022), è citata in “Sopravvissuto al Don – Memorie di guerra di Domenico Dimoro” (L’Alba, 2022), come artefice del recupero del piastrino del protagonista, impegno che svolge ancora collaborando con Istituzioni locali, Associazioni d’Arma e rappresentanti delle Forze Armate.


Armir – Il Ritorno dall’Oblio” (Tralerighe, 2022)

2 pensieri riguardo ““Fiamme sul Don” di Enia Accettura e Giovanni di Girolamo

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  1. Grazie agli autori per il grande lavoro documentale e grazie alla casa editrice. Questa storia dimenticata dei “ragazzi dell’ARMIR” trova con queste vostre pubblicazioni, finalmente, la degna considerazione che merita.

    un caro saluto.

    Fabio Mazzeo

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