I protagonisti di “Romana Virtus” – Publio Valerio


PUBLIO VALERIO, AMICO DEL POPOLO

Nel 509 a.C. Lucio Giunio detto “Bruto” rovesciò la monarchia e cacciò l’ultimo re, Tarquinio il Superbo, da Roma. Bruto non ebbe però tempo di consolidare il nuovo regime repubblicano perché dopo pochi mesi morì in battaglia contro gli Etruschi, che erano accorsi per sostenere il Superbo. Tale compito spettò ad uno dei più eminenti tra i Romani, ovvero Publio della famiglia dei Valerii, che per tale opera sarebbe poi stato appellato “Publicola”, cioè “amico del popolo”.

Valerio era un nobile, benestante secondo alcuni, che, non potendo competere per gli onori civici sotto il regime tirannico del Superbo, aveva dilettato il proprio tempo nella realizzazione di un’imponente dimora privata sul colle Velia. L’età dei Tarquini è quella che difatti vede, in Roma, la costruzione delle prime case dotate di atrio, prototipo della futura domus nobiliare.

Tutto ciò ebbe fine. In qualità di patrizio che Valerio assistette, assieme ad altri, al giuramento di Bruto sul cadavere di Lucrezia; in seguito, dopo che ogni membro della famiglia dei Tarquini (fra cui anche il marito di Lucrezia, l’incerto Collatino, primo collega di Bruto) era stato cacciato, Publio Valerio divenne console di Roma ed ebbe ruolo importante, secondo alcuni storici, nella repressione della prima congiura “antirepubblicana”. Infine, la morte di Bruto. Rimasto unico console e celebrato il trionfo per la vittoria sugli etruschi Valerio, invece di essere tentato dalla strada della tirannia, emanò le prime vere leggi “repubblicane” di Roma e, infine, compì un atto simbolico ma fondamentale: ordinò che i fasci portati dai littori, fino a quel momento dotati della scure con cui i consoli potevano amministrare sommaria giustizia, venissero privati delle armi e abbassati di fronte all’assemblea del popolo. “Quella vista” scrive Livio “fu gradita alla folla”. Tale tradizione, dei fasci disarmati dentro i confini pomeriali di Roma, sarebbe poi rimasta in vigore fino alla fine della repubblica.

Publio Valerio pronuncia l’orazione funebre di Bruto, incisione di Bartolomeo Pinelli per la Istoria romana.

 Il fatto che queste dicerie si divulgassero e fossero credute tormentava e indignava l’animo del console; allora, convocato il popolo in assemblea, salì sulla tribuna con i fasci abbassati. Tale vista fu gradita alla folla, che fossero abbassate dinanzi a sé le insegne del comando e che fosse riconosciuto che la sovranità e l’autorità del popolo erano superiori a quelle del console.

Non soltanto questo: Publio Valerio fece poi un altro gesto clamoroso, che gli valse infine il soprannome, divenuto cognome, di “amico del popolo”: abbatté la lussuosa dimora sulla Velia, non più adatta ai nuovi tempi repubblicani. Così racconta Plutarco, che nelle Vite Parallele gli dedica una biografia e un confronto lusinghiero con l’ateniese Solone:

Ma egli dimostrò quanto sia importante quando si è al governo e in un’altissima ma posizione, aver le orecchie tese più verso chi parla liberamente che non verso gli adulatori, badando ai discorsi veritieri. Avendo infatti udito dai suoi amici come a molti sembrava che sbagliasse, egli non contrastò né s’irritò, ma subito radunò molti operai e pur essendo ancora notte fece demolire la casa e volle che fosse completamente rasa al suolo, sicché, fattosi giorno, i Romani, accorsi a vedere il fatto, lodarono e ammirarono la grandezza d’animo di lui e si dolsero dell’abbattimento di quella casa, rimpiangendone la grandezza e la bellezza…

In Romana Virtus ho voluto ricostruire l’opera di questo straordinario personaggio che, senza averlo cercato, ebbe tra le mani il potere e, invece di abusarne, seppe limitarsi e creò una tradizione che sarebbe stata rispettata per secoli. Come già detto per gli altri personaggi del mio romanzo, non è importante che questi fatti si siano svolti davvero così come li raccontano le fonti dell’epoca: ciò che davvero conta è la “memoria culturale” che i Romani ne avevano e da cui ne erano ispirati.

Così scrive lo storico Mario Lentano nel saggio breve Bruto:

La memoria culturale risponde non ai bisogni di una certa persona o a quelli più generali della scienza, ma alle aspettative di un determinato gruppo, e come tale può essere anche definita collettiva o sociale. A differenza della memoria individuale o storica, infatti, la memoria culturale caratterizza una particolare comunità (poniamo, la città di Roma) e come tale contribuisce a definire i valori e i modelli culturali che ne stanno alla base: per questo motivo i tasselli che la compongono hanno sempre carattere significativo… se la tradizione fa di Romolo il primo Romano, Bruto è stato, senza dubbio, il primo cittadino.

Di tutti i personaggi che compaiono nel romanzo, inoltre, Publio Valerio è l’unico di cui, forse, l’archeologia ci ha dato una conferma della sua esistenza. Negli anni ’70 del secolo scorso venne ritrovata nei pressi di Latina, nel sito dell’antica città di Satrico, una lastra, datata al periodo VI-V secolo a.C., recante un’iscrizione in latino arcaico:

IEI STETERAI POPLIOSIO VALESIOSIO / SUODALES MAMARTEI

I compagni di Publio Valerio donarono a Marte

Il cosiddetto Lapis Satricanus sembra essere il dono votivo di una banda o fratellanza riunita attorno ad un Publio Valerio… che fosse proprio il nostro protagonista?


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Roma, 509 a.C. Alla notizia del suicidio della nobile matrona Lucrezia, violentata da Sesto, figlio del re Tarquinio, il popolo di Roma guidato da Lucio Giunio Bruto e Publio Valerio insorge e caccia il proprio sovrano.
È la Repubblica;
La libertà conquistata è però immediatamente minacciata dal ritorno di Tarquinio, il quale chiede alle ricche città dell’Etruria che esse l’aiutino ad essere ristabilito sul trono di Roma. Il potente Porsenna, signore di Chiusi, arma un grande esercito composto da Etruschi e Latini e marcia sulla città.
Tre giovani Romani sono chiamati alla difesa della patria in pericolo: il patrizio Orazio, discendente di un eroe leggendario; il giovane Muzio, che dalla tirannia di Tarquinio ha subito torti dolorosi; la fanciulla Clelia, determinata ad avere un ruolo nella difesa della città.
La difesa della libertas susciterà la virtus?

Pagine: 383
Data di uscita: 9 giugno 2024
Prezzo ebook: 4,99 € in prenotazione a 2,99 € fino alla data di uscita
Prezzo cartaceo: 14,99 €

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Romana Virtus, il mio nuovo romanzo

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